Orgosolo, paese della Barbagia, si trova in provincia di Nuoro, immerso nel cuore del Supramonte, caratterizzato da uno spettacolare paesaggio naturale, da costumi di gran fascino e dai tipici murales che abbelliscono e arricchiscono i muri delle case.

I Murales

Uno dei piu bei Murales di Orgosolo

Uno dei caratteristici Murales di Orgosolo

Simbolo di natura selvaggia, ospitalità, libertà di pensiero e di una sentita devozione spirituale.

Nel 1969 vengono realizzati a Orgosolo i primi murales, ad opera del gruppo teatrale anarchico milanese “Dionisio”. Il fenomeno muralistico si afferma però definitivamente a partire dal 1975, grazie soprattutto all’artista senese Francesco Del Casino all’epoca docente presso le scuole medie del paese. Numerosi e vari gli argomenti trattati, dai fatti di Pratobello ai problemi legati alla pastorizia, dalla guerra di Spagna al Vietnam e al golpe cileno, dall’emancipazione femminile alla storia degli indiani d’America ecc.

Non c’è casa, a Orgosolo, che non abbia un murales dipinto sulle pareti esterne. Camminare tra le stradine di Orgosolo significa perdersi in una serie infinita di immagini e di colori. Ma anche attraverso i suoi murales, Orgosolo ha voluto essere unico e anarchico. Basta “leggere” i dipinti.

Il Mito

Nella Sardegna interna (non solo in essa, ma soprattutto in essa) l’estrema povertà, il sottosviluppo e il malessere sociale favorirono la nascita o l’inasprirsi di fenomeni endemici come l’abigeato e il banditismo.

A Orgosolo queste manifestazioni furono particolarmente gravi e portarono sul finire del Settecento a forti inimicizie tra famiglie e feroci vendette che causarono più di venti omicidi in quattro anni. Oltre alle attenzioni delle autorità la situazione del paese attirò anche l’interesse di vari scrittori e giornalisti dell’epoca, contribuendo a far nascere quello che sarà per lungo tempo il “MITO” di Orgosolo, l’immagine di una sua particolare diversità rispetto ad altre comunità della stessa Sardegna interna, pur soggette anch’esse a episodi di violenza.

Alla base del mito, secondo G.B. Salis, «l’audacia banditesca dei suoi abitanti, ma anche le loro grandi risorse umane», che hanno sempre tenuto vivo l’interesse dei media nazionali e internazionali per le vicende orgolesi: una «rispettosa venerazione», come scriveva Pasquale Cugia nel 1892. Dal canto suo Cugia elogia l’ospitalità orgolese: «È ospitale nella sua rocca ed, entrati nel suo territorio, voi gli siete sacri e gli son sacre le cose vostre. Al di là del salto di Mamoiada, di Oliena e di Nuoro, non è più la stessa cosa». È il ritratto di un popolo temuto eppure ammirato, consapevole di appartenere a una comunità ben definita, fortemente legato ai suoi luoghi, alle sue tradizioni e ai suoi costumi, impegnato da secoli a difendere la propria autonomia e la propria identità.

Il fenomeno del banditismo ad Orgosolo

Una scena del film "Banditi a Orgosolo"

Il Supramonte

Il Supramonte di Orgosolo

Uno scorcio del Supramonte di Orgosolo, visitato durante i nostri tour in E-Bike

Il supramonte di Orgosolo è tra i territori meglio conservati d'Europa, ha una estensione di oltre 3000 ettari ed è caratterizzata da paesaggi incontaminati e di rara bellezza. Il terreno è generalmente abbastanza arido e alterna ampie distese di roccia calcarea a grandi foreste, mentre la fauna è ricca di specie rare. Il Supramonte di Orgosolo include uno degli ultimi probabili residui di foresta primaria d’Europa, caratterizzata da lecci, tassi e ginepri, e ospita numerose piante endemiche.

Abbondante è anche la fauna, con la presenza di cinghiali, mufloni, ghiri, martore, gatti selvatici, oltre a diverse specie di rapaci come l’aquila reale, l’aquila del Bonelli, il falco pellegrino, l’astore e la poiana. Fra le vette più elevate le cime gemelle di Monte Novo San Giovanni e di Fumai (1316 m). Da un punto di vista geologico l’area è caratterizzata da imponenti fenomeni di carsismo che danno origine a numerose grotte e doline: notevole è di Su Sielhone, che ha un diametro di circa 500 metri. Un altro spettacolare paesaggio naturale è quello costituito dalla gola di Gorropu, un canyon creato dal Rio Flumineddu con pareti verticali alte fino a 400 metri.

Le testimonianze archeologiche del Supramonte sono altrettanto importanti e confermano la presenza umana nel periodo prenuragico e nuragico. Numerosi sono i nuraghi, fra i quali il complesso di Mereu, dal caratteristico colore bianco, composto da una torre principale e due torri secondarie.